Numerosi problemi di matematica applicata corrispondono ad equazioni non
lineari del tipo ¦(x) = 0 di cui non si
conosce la soluzione in forma chiusa (e quindi l’espressione analitica delle
radici) o di cui è complesso il calcolo, pertanto sono indispensabili dei
metodi numerici che conducano alla individuazione delle radici.
Quando l’equazione non lineare ¦(x)
ad una incognita soddisfa il teorema di esistenza degli zeri, ossia è reale e
continua in un intervallo chiuso e limitato [a,b] ed assumere valori di segno
opposto agli estremi dell’intervallo, possono essere usati alcuni metodi
iterativi per individuare la soluzione.
Infatti se una funzione ¦(x)
è reale e continua in un intervallo chiuso e limitato [a,b] e assume valori di
segno opposto agli estremi dell’intervallo (ovvero ¦(a) .¦(b) < 0), allora, per il teorema di
esistenza degli zeri esiste sicuramente un punto x, detto zero della funzione,
interno all’intervallo [a,b] in cui ¦(x)
assume il valore 0, che rappresenta la radice dell’equazione ¦(x) = 0.
La ricerca di tutti gli zeri della funzione deve essere preceduta quindi
dalla tabulazione della funzione f(x) con passo adeguato in modo da individuare
tutti gli intervalli chiusi [a,b] che contengono al loro interno le radici e
nell’applicare a ogni singolo intervallo il metodo risolutivo scelto.
La valutazione numerica di ciascuna radice avviene tramite la costruzione di
una opportuna successione di valori {xi}, tale che risulti:
lim {xn} = x
ove x Î [a,b]
e f (x ) = 0
n® ¥
La successione {xi} dei valori ottenuti dipende dal procedimento
iterativo applicato.
METODO DI BISEZIONE
Il metodo di bisezione è il metodo iterativo più semplice e sicuramente
convergente per calcolare le radici di
un’equazione non lineare ¦(x) reale e
continua in un intervallo chiuso e limitato [a,b] che assuma valori di segno
opposto agli estremi dell’intervallo.
Il metodo di bisezione consiste nel considerare il punto medio xm =(a + b)/2 dell’intevallo [a,b] e verificare se xm è una radice.
Per verificare questa condizione, non si controlla se ¦ (xm ) = 0, ma (poiché si lavora
con i numeri reali) se |¦ (xm)
| < p, ove p rappresenta la precisione scelta.
Se xm non è una radice si valuta il segno del prodotto ¦(a) .¦(xm)
e si procede allo stesso modo nel sottointervallo [a, xm] se il
segno è negativo, o nel sottointervallo [xm,b] se è positivo.
Naturalmente iterando il procedimento si genera una successione di termini
{xi}, ciascuno dei quali rappresenta l’intersezione con l’asse X
della retta individuata dai punti di coordinate (a, segno f(a)) e (b,
segno f(b)) che solo sotto le ipotesi fatte converge sicuramente alla
radice richiesta.
Il metodo di bisezione, come risulta osservando la Fig.1.1 ad ogni
iterazione dimezza l’intervallo contenente la radice che viene calcolata con la
precisione desiderata.
Il punto di forza di questo metodo è nella
sua semplicità e sicura convergenza, il suo punto debole è invece nella scarsa
efficienza rispetto agli altri metodi infatti poiché ad ogni passo viene
dimezzato l’intervallo contenente la radice, pertanto richiede un numero
elevato di iterazioni.
Rappresentazione
geometrica del metodo di bisezione