Originariamente si chiamava Anfa ed era una piccola città berbera che prosperava tranquillamente lungo la costa atlantica.
Trasformata in un covo di pirati, venne assaltata dai Portoghesi, sbarcati in due successive spedizioni, nel 1468 e nel
1515. Distrutta nel 1755 dal terremoto che rase al suolo Lisbona, venne ricostruita dal sultano Sidi Mohammed ben Abdallah
con il nome di
Dar el Beida, casa bianca. I mercanti spagnoli chiesero e ottennero il permesso di installarvisi per
sviluppare i propri affari (furono loro a cambiare il nome alla città, da Dar el Beida a Casablanca). A breve distanza
di tempo seguirono gli Inglesi e i Francesi e Casablanca iniziò il suo cammino verso la trasformazione; oggi
è un grosso agglomerato urbano in continua crescita, un cocktail non sempre piacevole di baraccopoli fatiscenti e ville
sfarzose, una mescolanza affollata e affannata di diversi milioni di persone che ha fatto di Casablanca la seconda città più
popolata dell'Africa, dopo Il Cairo.

La vita della città ruota intorno a due grandi piazze, place
Mohammed V e place des Nations Unies. La prima é una grande piazza trafficata, con al centro una grande fontana che
esibisce giochi d'acqua con musica di sottofondo.
Da questa partono le strade principali della città tra
cui avenue Hassan II, che conduce alla place des Nation Unies, la quale é circondata da una serie di edifici anni
Venti che corrispondono alla Grande Poste, la Wilaya (prefettura), il Palais de Justice e la Banque d'Etat.
Eccezionalmente aperta anche ai non musulmani è la grandiosa Moschea Hassan II,
inaugurata nell'agosto 1993. Guardandola, anche da lontano, si capisce subito che si tratta di un inno all'opulenza
e all'esagerazione. L'interno può contenere fino a 25 mila fedeli (altri 80 mila possono seguire la preghiera nel piazzale
antistante), il minareto è alto 200 metri e due ascensori portano il muezzin fino in cima, da dove un raggio laser illumina
le tenebre fino a 35 km in direzione della Mecca; per costruirla sono state usate 25 mila tonnellate di travertino e 35 mila
persone vi hanno lavorato giorno e notte.
La sala delle preghiere, dalla quale pendono 50 lampadari di Murano del peso
di 1200 kg l'uno, è completamente scoperchiabile in pochi secondi. La moschea, in rispetto a quanto scritto nel Corano,
dove si dice che il trono di Allah è costruito sull'acqua, pesca nell'oceano grazie a enormi palafitte di cemento ed è
protetta dalla furia delle onde grazie a un enorme pettine frangiflutti. Il costo di questa faraonica costruzione è
direttamente proporzionale alla sua grandiosità: 800 miliardi, raccolti in modi più o meno ortodossi da re Hassan tra
i cittadini, non sempre in grado di pagare un paradiso tanto costoso.
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